mercoledì 15 ottobre 2014

Io non sono Ipocondriaca

Questa volta non voglio parlare di prodotti ma di un libro. Un libro letto questa estate per caso, tutto d’un fiato, in una sola giornata e che mi ha divertita, commossa e appassionata.

Il segreto per cucinare un buon couscous libanese è cospargerlo di tanto curry. Preparo gli ingredienti del mio piatto esotico di stasera e guardo il mio programma di salute delle otto. Oggi si parla di tia: attacco ischemico transitorio. Fantastico. Peperoni, zucca, carne di manzo, carne di tacchino, carote. “... la perdita di equilibrio nella deambulazione può essere avvisaglia di un ictus in atto...” Qui ci vuole un goccetto di questo bianco. È stupefacente quante proprietà benefiche abbia il vino: se ne bevi un bicchiere al giorno il rischio d’infarto diminuisce del cinquanta per cento, contrasti l’insorgenza di calcoli biliari, le difese immunitarie sono stimolate ed è un ottimo antidepressivo. Mmh. Va già meglio...”
Nina è una cuoca, ha un’attività di catering ed il suo mondo è una cucina che risplende in un aranceto (splende davvero per quando la tiene pulita).
Nina cucina tanto e con passione la stessa passione che nutre per i programmi di salute in tv e per lo shopping. Per lei il vero shopping però non è acquistare vestiti o trucchi, no, Il vero sballo per Nina è passare ore ed ore davanti gli scaffali delle farmacie. Lei deve avere per sé tutto quanto possa servire a salvarsi. Non si sa mai quale malattia possa sorprenderci. Tutto può servire. Sì, Nina, a dispetto del titolo ipocondriaca lo è davvero, e come la maggior parte degli ipocondriaci, non lo ammette.
Nel bel mezzo di una serata organizzata dalla coinquilina,  Nina decide di svignarsela, stranamente, proprio non si sente bene, e se ne torna a casa. Sola, davanti al portone, si rende conto che nella borsa oltre le medicine “salvavita” non ci sono le chiavi. Rassegnata decide di aspettare sulle scale.D’un tratto viene avvicinata da un ragazzo, Lino, il quale la invita a salire da lui. Nina a gran sorpresa accetta. Lino divide la casa con il ragazzo, i due stanno per aprire quello che per Nina, come già detto è il paradiso in terra: una Farmacia. Parlano quindi per ore ed ore e per lei è quasi un sogno poter discutere di malattie e medicine con qualcuno che condivida la medesima passione.
Passione che ogni tanto viene concretizzata da Nina trascinandosi in pronto soccorso stupendosi puntualmente della superficialità di certi medici e di come ogni volta la dimettono subito.
In un giorno di questi conosce un medico, (in realtà lo aveva già incontrato ma io proprio non ve lo racconto)  un medico che Nina odierà subito tanto da permettergli di farsi cambiare la vita…
Devo dire che per quanto io non sia ipocondriaca (e non lo sono davvero, non è come per Nina che non lo ammette O_o …giuro) mi sono ritrovata tanto nella sua storia, nella sua paura di avere ogni disturbo, nella goffaggine che ogni tanto la colpisce… mi sono davvero divertita a leggere di lei.
Ovviamente non mancano amicizia, amore, risate e qualche lacrima. Non entro nel dettaglio del racconto perché non voglio togliervi il piacere di leggerlo ma, se chiudo gli occhi e ripercorro questa storia,  la considerazione che mi viene di fare è che a volte viviamo troppo presi dai nostri pensieri, troppo. Tanto da non guardarci neanche attorno e senza renderci conto che la serenità magari è proprio lì ad un passo, rischiando di perdere magari quell’unica occasione di essere davvero felici.
Terminato il romanzo con così tanto entusiasmo ho deciso di contattare la scrittrice Giusella De Maria ricevendo una graditissima risposta.
Chissà magari verrà a presentare il suo libro qui a Roma nella libreria di Via Appia, e chissà magari avrò modo di conoscerla. Mi farebbe davvero un piacere immenso.
Il romanzo è ambientato a Sorrento, zona nella quale pensate un po’, mi trovavo in vacanza quando quella mattina per puro caso sono entrata in libreria e sono stata scelta da questo titolo, in un periodo nel quale mi stavo proprio rendendo conto che forse qualche volta io, ipocondriaca lo sono davvero stata.
Però non mi riferisco di certo all’ultima domenica di vacanza, quando solo un intervento urgente della guardia medica mi ha rimesso in piedi da un attacco fulminante di cervicale.
Sì, cervicale. L’hanno detto anche i dottori. È vero.
“Io non sono ipocondriaca”
 
 
 
 

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